Ciao a tutti, mi chiamo Fabrizio ho 29 anni e sono di Piacenza. Mi piacerebbe dirvi alcune parole su come ho gestito la balbuzie e le mie esperienze.
Credo che le esperienze di noi balbuzienti possano essere utili a tutti gli altri che vivono questo disagio.
Nemmeno mi ricordo quando ho iniziato a balbettare e non saprei dire se l’inizio è legato a qualche evento particolare. Mio padre dice di ricordarsi che ho iniziato a balbettare in terza elementare. Questo è tutto quello che so a questo proposito.
Già alle scuole elementari ero un ragazzo sensibile e piuttosto emotivo. La balbuzie non mi ha certo aiutato in quel periodo. Di comune accordo con la maestra, i miei genitori si sono rivolti ad un logopedista.
Ci fu subito un miracolo! Nel giro di pochi mesi la mia fluenza divenne ottima. Tutti si sono stupiti dei miei progressi prodigiosi! Purtroppo il sogno non durò molto. Dopo poche settimane, la balbuzie si ripresentò.
Sinceramente non ho mai capito se è stato più insolito il fatto di avere acquisito in breve tempo una fluenza perfetta o se è stato più strano perderla così rapidamente.
Quindi mi sono dovuto adeguare alla mia fluenza non certo perfetta e per risolvere la problematica e le difficoltà da essa derivate, ho iniziato a frequentare lo studio di uno psicologo.
Purtroppo i risultati non sono stati buoni. Proprio per nulla. Nella mia testa, durante l’adolescenza e anche un po’ dopo, c’era una convinzione di fondo: così come era venuta da sola, la balbuzie se ne sarebbe andata da sé.
Nel frattempo, intanto che aspettavo che la mia cara amica balbuzie si decidesse ad abbandonarmi, mi limitavo a parlare il meno possibile e a tenermi sempre un passo indietro rispetto agli altri.
Purtroppo così facendo, inconsapevolmente, alimentavo un circolo vizioso davvero terribile: se non parli, non puoi superare la balbuzie. Se non parli, la balbuzie aumenta e tu sarai costretto a parlare ancora meno…
Se ti isoli dal contesto sociale per evitare di mostrare il tuo punto debole agli altri, la tua emotività ti porterà a balbettare ancora di più quando sarai costretto a parlare.
Tutto il periodo del liceo è stato legato alla scienza dell’evitamento! Evitavo di parlare, evitavo di socializzare, evitavo il mio problema, evitavo di farmi nuovi amici… mi vergognavo di me stesso e perdevo fiducia nelle mie capacità.
Il periodo dell’Università è stato quello della svolta. Mi sono laureato in Giurisprudenza a Parma. Durante le interrogazioni raggiungevo sempre il picco delle difficoltà. Non auguro a nessuno di provare i sentimenti che mi trovavo ad affrontare alla fine di ogni interrogazione.
Un giorno in particolare feci un importante esame in maniera terribile: 50 minuti di balbettata continua. Non so come il professore abbia potuto capire qualcosa. L’esame lo passai ma uscii da quell’aula con l’umore sotto le suole delle scarpe.
Mi sentivo umiliato da me stesso. Incapace ed inutile. Fu il momento in cui, come si dice, toccai il fondo. Arrivato a questo punto decisi che non potevo continuare in quella maniera.
Non volevo rivivere quelle sensazioni. Mi impegnai a fare una ricerca di specialisti e strutture adatte a risolvere questo tipo di problema e mi affidai ad una precisa struttura, e ad un medico (di cui non faccio il nome per sua esplicita richiesta), di Piacenza.
Questo dottore mi ha seguito per tre anni e ha rivoluzionato la mia vita! Innanzitutto mi ha fatto capire che non dovevo eliminare la balbuzie ma gestirla, nasconderla, ingannarla.
Dovevo conviverci al meglio, non estirparla. Mi disse anche che la speranza, molto campata in aria, che la balbuzie se ne sarebbe andata da sola era da accantonare. Una volta per tutte.
Con le tecniche che mi ha insegnato riesco a gestire la balbuzie in maniera assolutamente accettabile. Confronto agli anni di quelle interrogazioni universitarie, non sembro nemmeno la stessa persona!
Non solo per la fluenza che è migliorata incredibilmente, ma anche per la mia personalità! Tutto il mondo è cambiato per me! Mi sembra di vedere colori diversi e profumi differenti.
Prima, come detto, evitavo di mettermi in mostra, di espormi, di conoscere nuove persone… adesso è tutto il contrario! Non mi ritraggo mai, vivo la mia vita appieno senza troppe ansie.
Gestisco la balbuzie affidandomi alla respirazione e al controllo emotivo e tutto procede in discesa. Non mi interessa molto se a volte balbetto un poco in pubblico, e fregandomene capita sempre più raramente. Il circolo vizioso si è trasformato in un circolo virtuoso!
Non mi sento più il “povero ragazzino che non riesce nemmeno a parlare”, non considero più la balbuzie come “una malattia che mi ha colpito da piccolo e che forse un giorno mi passerà”, non mi sento un escluso, una vittima.
Tant’è che mi sono deciso ad imparare altre lingue! Sono partito con l’Erasmus e ora vivo in Francia. Ho imparato piuttosto bene il francese, mi sono laureato, sono fidanzato con Camille e conviviamo a Monpellier.
Lavoro in un ambito molto delicato che riguarda appunto gli affari internazionali tra Italia e Francia. La balbuzie in un’altra lingua è meno presente. Lo avreste mai detto? Io non ci avrei mai creduto.
Ci si concentra di più sui significati mentre si parla e ci si dimentica di essere balbuzienti.
È proprio questo il segreto della balbuzie secondo la mia esperienza: se lasci che sia la balbuzie a gestire la tua vita, non sarai mai te stesso. Se invece sei tu che gestisci la balbuzie, la tua vita la decidi tu.
Bisogna essere così presi dalla nostra vita e dalle nostre emozioni da dimenticarsi della balbuzie!
Il brutto della balbuzie è che compare quando sei più indifeso, quando sei piccolo ed insicuro: ti va a minare tutte le tue sicurezze. Già l’adolescenza è difficile di per sé, ma con la balbuzie diventa terribile!
Il punto di svolta è quando capisci che non c’è nulla di cui vergognarsi, nulla da nascondere, nulla per cui sentirsi inferiori… c’è solo da imparare a gestirla e poi vivere serenamente.
Più vivi sereno e ti dimentichi della balbuzie e più lei si dimentica di te.
Questa è stata la mia esperienza e spero che queste righe possano davvero essere d’aiuto a qualcuno.
A presto,
Fabrizio.
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