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Come comportarti se hai un figlio balbuziente

08/01/2020 | Balbuzie | 0 commenti

Cosa fare se hai un figlio balbuziente

La balbuzie ha un’origine genetica ma non sempre i genitori sono preparati ad un figlio disfluente. Sono molti i casi di padri e madri che, pieni di buoni intenzioni, adottano approcci a questo tipo di problematica completamente sbagliati.

Di frequente errori di questo tipo aumentano il disagio del figlio balbuziente! Ad esempio, è pieno di genitori che motivano il piccolo con rigidità e spirito di competizione, riuscendo soltanto ad aumentargli a dismisura l’ansia da prestazione.

Altri finiscono le frasi dei loro discendenti disfluenti, convinti di aiutarli ma, di fatto, mortificandoli. Alcuni vivono il problema del figlio come una sconfitta personale, altri ancora trattano il figlio come un disabile… La lista degli errori tipici dei genitori di ragazzi disfluenti sarebbe interminabile.

Ma allora quale sono le cose giuste da fare per un genitore con figlio balbuziente? Qual è il giusto approccio a questa problematica? Esistono regole di fondo che rendono i genitori il primo alleato dei figli balbuzienti?

Per prima cosa sarebbe opportuno che ogni genitore imparasse a conoscere la balbuzie: capire che cosa è, come funziona, quale sono le implicazioni, come gli stati d’animo influiscano sulla disfluenza…

Tutta una serie di informazioni che dovrebbero essere l’ABC del genitore con figlio disfluente. Anche per questo motivo sarebbe importante iniziare a consultare uno specialista.

Una consulenza di un esperto può rendere più semplice il percorso del piccolo ed anche quello del genitore. Lo specialista potrà gettare le basi di una strategia volta a risolvere il problema coinvolgendo il ragazzo, la famiglia e la scuola.

Non bisogna utilizzare un diverso metro negli ambienti più frequentati dal ragazzo: la strategia deve essere una e se applicata correttamente i risultati arriveranno rapidamente.

Il problema della balbuzie non può essere ignorato o diventare tabù: bisogna parlarne con il ragazzo, affrontarlo, sviscerarlo, capirlo. Tutto senza troppe pressioni e senza giustificazioni.

Come genitore adottare uno stile di comunicazione esemplare sarà davvero molto utile: parlare in maniera sciolta, non affrettata, precisa e rotonda, aiuterà molto il ragazzo balbuziente.

I neuroni specchio aiuteranno ad imitare questo atteggiamento, concedendo così fluenza e sicurezza in sé stessi.

Affrontare con il proprio figlio l’argomento balbuzie è sempre un’ottima scelta. Evitare l’argomento non fa che renderlo un tabù e quindi fonte di disagio.

La balbuzie non è una condizione che giustifichi bassi rendimenti scolastici, trascuratezze varie o mancanza di fiducia in sé stessi. Molti grandi della storia e della nostra cultura erano balbuzienti.

Qualche esempio? Cicerone, Giulio Cesare, Esopo, Virgilio, Aristotele, Cartesio, Isaac Newton, Charles Darwin, Winston Churchill, Alessandro Manzoni, Italo Calvino…

Nel cinema ricordiamo tra gli altri Woody Allen, Marilyn Monroe, Bruce Willis, Demi Moore, Julia Roberts… Nella televisione italiana l’esempio più noto è Paolo Bonolis.

Ti consigliamo la lettura di questo articolo in merito ai balbuzienti famosi della storia.

Con queste fulgide dimostrazioni di successo un genitore deve piantarsi bene in testa un semplice concetto: la balbuzie non è un problema invalidante.

Spesso capita che i ragazzi, specie durante l’adolescenza, utilizzino la balbuzie come un pretesto per abbassare i loro rendimenti scolastici, per ridurre l’impegno nelle attività in cui sono coinvolti.

Questo soprattutto perché la balbuzie alimenta a dismisura le insicurezze legate all’adolescenza. Il genitore consapevole sa motivare il ragazzo non permettendogli di ridurre l’impegno che mette nelle attività, senza caricarlo di pressioni psicologiche deleterie.

Bisogna saper stimolare senza opprimere. Per questo la consulenza di un terapeuta è utile al ragazzo quanto al genitore.

E’ importante ricordare ai genitori che il dialogo con il ragazzo è il fulcro di tutto: in particolare saperlo ascoltare.

Fare un ascolto attivo, davvero interessato, estremamente focalizzato sui contenuti di quello che il ragazzo dice più che sul come lo dice, sarà una specie di turbo per la fiducia di vostro figlio!

Le disfluenze si ridurranno con un giusto percorso ma la fluenza perfetta non esiste nemmeno nei cosiddetti “normofluenti”. Ognuno ha un suo stile, con allungamenti, pause, riprese, ripetizioni… Aspirare ad una fluenza impeccabile è dunque assurdo.

Ci sono diverse tecniche per ridurre al minimo gli inceppi, gli allungamenti, le tensioni muscolari, i blocchi… La fiducia in sé stessi farà il resto.

La balbuzie non è una colpa, non è invalidante, non è una malattia sociale e non è un fallimento genitoriale. E’ una difficoltà che aiuterà, se ben trattata, il ragazzo a potenziarsi al meglio per affrontare le difficoltà della vita.

I balbuzienti sono circa 66 milioni nel mondo, ed è piuttosto dimostrato che chi affronta questa difficoltà in tenera età sviluppa una sensibilità maggiore ed anche una migliore capacità di reazione alle difficoltà della vita.

In ultimo vi riportiamo la frase di un saggio che in un aforisma racchiuse una grande verità su questo problema: “La balbuzie è tutto ciò che si fa per non balbettare. Essa diminuisce quanto meno si cerca di nasconderla”.

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