Seppure la balbuzie sia vista come un grave problema dai disfluenti, è sempre più evidente che chi vive questo problema sviluppa una sensibilità particolare.
Le grandi capacità dei balbuzienti sono così evidenti che la balbuzie dovrebbe essere considerata un sintomo di intelligenza, sensibilità e grandi abilità.
Le conferme a queste affermazioni sono davvero molte e basta aprire un libro di storia per trovarne a bizzeffe. Non c’è epoca in cui alcuni disfluenti non abbiano lasciato un segno profondo.
Balbuzienti nell’antichità
Iniziamo da Mosè! Più volte il profeta, si lamenta con Dio poiché lo mandava a parlare con le folle seppure egli avesse problemi di disfluenza. Per questo Dio gli raccomandò di farsi accompagnare sempre dal fratello Aronne.
E che dire di Demostene? Forse è l’esempio più famoso della Storia per quanto riguarda un disfluente che raggiunge il successo assoluto nell’arte oratoria. Demostene è probabilmente il più grande oratore della storia antica, e sembra che avesse alcuni difetti di pronuncia e di esposizione che lo rendevano ridicolo alle folle.
Ma con l’impegno e l’esercizio riuscì a primeggiare l’arte oratoria tanto da incidere il suo nome nei millenni! La leggenda, riferita da Plutarco, vuole che si aiutasse con dei sassolini in bocca.
I piccoli intrusi in bocca lo aiutavano a tenere la punta della lingua sollevata in modo da pronunciare correttamente la erre, visto che egli era bleso.
Ma sembra che Demostene fosse anche un vero e proprio balbuziente: ci vengono riferiti particolari come spalle che si contraggono, e incapacità ad esporre chiaramente.
Gli esercizi di respirazione e di dizione, sotto la sua ferma volontà, riuscirono a risolvere anche questo problema.
Tra gli oratori importanti della storia potremmo citare anche Cicerone. Il notissimo avvocato, politico e oratore veniva colpito spesso da balbuzie nei momenti più importanti ed emozionanti.
Ma anche Giulio Cesare, Esopo, Virgilio, Aristotele, l’Imperatore Claudio… Non c’è periodo storico in cui non si trovino balbuzienti famosi ed importanti.
Balbuzienti nell’era moderna
Venendo a tempi più recenti potremmo parlare di Cartesio, Isaac Newton, Charles Darwin, Giorgio VI Re d’Inghilterra, Winston Churchill…
La balbuzie non ha mai impedito il successo a nessuno, in tutti i campi. Anzi, sembra essere stato uno sprono ad eccellere nell’arte della comunicazione.
Tra gli scrittori, ad esempio, possiamo citare oltre a Virgilio, anche Lewis Carroll, Alessandro Manzoni, Italo Calvino, Indro Montanelli e molti altri. Manzoni soffriva di una specie di fobia del discorso pubblico che gli impediva non solo di parlare, ma anche di scrivere o autografare album in presenza di qualcuno.
Che dire degli attori del cinema e del teatro? Possibile che anche tra questi si trovino dei disfluenti? Ebbene sì!
I nomi di Woody Allen, James Stewart, Bruce Willis, Anthony Quinn, Julia Roberts, Demi Moore, Harvey Keitel, Rowan Atkinson, vi dicono qualcosa?
Tutti questi importanti nomi del cinema hanno avuto a che fare con balbuzie e disfluenze. Questo non gli ha impedito di stregare lo schermo con la loro presenza e le loro capacità oratorie.
E Marilyn Monroe? Anche questa icona assoluta del nostro tempo era afflitta da una balbuzie piuttosto forte. Tanto che evitava di parlare in pubblico, preferiva cantare poiché cantando non si balbetta. Il fascino misterioso che spesso la circonda è sicuramente dovuto anche ai suoi lunghi silenzi, ai suoi sguardi intensi e al lasciarsi guardare senza mai sottrarsi.
La balbuzie le faceva preferire il silenzio, lasciando parlare il corpo, gli sguardi. Per questo motivo molti critici l’hanno definita un’oca, ma in realtà dietro agli abiti succinti si nascondeva una donna con blocchi emotivi, disfluenze e difficoltà psicologiche.
Balbuzie come opportunità
Non c’è ambito in cui i balbuzienti non hanno riscosso grande successo. Questo punto è da rimarcare costantemente poiché i giovani che vivono questa problematica devono sapere che il loro destino dipende solo da loro.
La balbuzie non può e non deve essere un alibi!
La balbuzie è un disordine del ritmo della parola, non un handicap invalidante. E’ un disturbo che con arresti e ripetizioni crea disordine nell’espressione dei propri pensieri, ma non impedisce di pensare e di evolvere.
Il disfluente non deve permettere che questo disturbo condizioni la propria vita in tutti i suoi aspetti: relazionali, lavorativi, sentimentali, sociali, accademici…
Esistono diversi metodi per riuscire a ridurre e gestire la balbuzie fino quasi a farla sparire.
È dimostrato chiaramente che questo disturbo non pregiudica per niente la vita di chi ne viene colpito: è una difficoltà, un problema che aiuta a sviluppare altre sensibilità.
Possiamo dunque affermare con certezza che la balbuzie, per molti aspetti, è da considerare un’opportunità più che un impedimento.
Fornisce infatti l’opportunità di migliorare sé stessi, di scendere nel profondo dell’emotività e di lavorare duramente sulle insicurezze. Un’occasione di crescita che spesso ha condotto a risultati eccellenti, come abbiamo visto.
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